Sars-Cov2, le restrizioni e il loro effetto sull'alimentazione

I disturbi alimentari e l'influenza dell'emergenza sanitaria sullo stile di vita

Disturbi alimentari
Rossella Patruno*

È da ormai un anno che viviamo in uno stato di emergenza sanitaria, spesso definita come la più grande crisi dal dopoguerra a oggi.
La guerra non è avvenuta materialmente (fortunatamente), ma ne stiamo comunque combattendo una all'interno.  L'emergenza ha imposto chiusure e restrizioni che inizialmente hanno permesso di modulare uno stile di vita frenetico, salvo poi far vedere tutte le conseguenze, anche gravi, sul benessere psicologico e fisico delle persone.
I disturbi alimentari,  in particolar modo, hanno avuto un incremento del 30% nell'ultimo anno. Ne parliamo con la dott.ssa Giovanna Celia, docente di Psicologia Dinamica.

Durante l'attuale emergenza sanitaria siamo stati costretti a modificare lo stile di vita. Come ha influito questo cambiamento sull'equilibrio tra piano biologico e psichico?

A oggi, la pandemia COVID-19 ha colpito più di 112,456 milioni di persone in tutto il mondo (OMS, 2021). Non sorprende che i sintomi psicologici più comuni durante la pandemia includano stress e ansia (Araújo, de Lima, Cidade, Nobre, & Neto, 2020; Asmundson & Taylor, 2020; Galea, Merchant, & Lurie, 2020; Qiu et al., 2020; Rajkumar, 2020; Zhou et al., 2020). L'esposizione a un trabocco di informazioni allarmanti dai media, l'isolamento sociale e affettivo, la solitudine e la ridotta autonomia a seguito del blocco hanno causato o aggravato sintomi psicologici (Araújo et al., 2020; Zhou et al., 2020). Allo stesso modo, il rallentamento economico causato dalla chiusura di attività commerciali e industriali ha influito negativamente sul benessere e sulla qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo (Araújo et al., 2020).
La pandemia da Covid-19 ha destabilizzato senza dubbio la popolazione rispetto a tutte le dimensioni biologiche, psicologiche e sociali. Occorrerà molto tempo e diversi studi anche longitudinali per comprendere tutti gli effetti di questo fenomeno sulle persone. Una così prolungata condizione di stress ha condizionato, in modo potente, oltre la psicologia anche la biologia delle persone.


Queste alterazioni, soprattutto sul piano psicologico, quanto hanno influito sull'alimentazione e in che modo?

Uno stato così prolungato di stress e di ansia quale quello a cui siamo esposti da ormai un anno influenza senz’altro il nostro comportamento alimentare. Il cibo ha un valore altamente simbolico per gli esseri umani e su di esso vengono concentrati spesso nodi problematici. Abbiamo assistito tutti alla grande risonanza che il cucinare ha avuto durante il lockdown: c’è stato un parlare continuo di ricette, di piatti e di cibo. Le persone si sono all’improvviso scoperte panettieri, pizzaioli, pasticceri, cuochi e chef raffinati. C’è stato l’assalto alla farina e al lievito, tanto da riprodurre scenari bellici nei supermercati. Sembrava che attraverso la preparazione e il consumo dei piatti si agisse un rituale quasi compulsivo dal valore ansiolitico.

L'isolamento e la paura del contagio hanno ormai preso il sopravvento nelle nostre vite. Quanto ciò ha condizionato la comparsa, il peggioramento o la ricaduta dei disturbi alimentari?

Le conseguenze psicologiche di questa pandemia sono rilevanti e andranno indagate nel tempo. Le persone vivono con paura la relazione con l’altro, il contatto fisico, le malattie, il futuro. L’incidenza di ansia generalizzata, panico, depressione, disturbi ipocondriaci, disturbi alimentari, stati paranoici, comportamenti schizo affettivi, isolamento sociale e rischio suicidario è aumentata in modo significativo.

 

Come si può garantire a chi soffre di disturbi alimentari un adeguato supporto psicologico e un percorso di sostegno fisico? 

Siccome gli interventi psicologici ‘faccia a faccia’ sono diventati pericolosi a causa della rapida trasmissione del virus, la pandemia ha determinato uno spostamento senza precedenti verso la telemedicina e l'e-health (Wind et al., 2020). Nonostante un corpo di ricerca che ne suggerisse l'efficacia (Berryhill et al., 2019; Mohr, Riper, & Schueller, 2018), i trattamenti di salute mentale a distanza erano stati a lungo trascurati dai professionisti della salute mentale. La pandemia COVID-19 ha accelerato di almeno un decennio l'implementazione di servizi di salute mentale online e strumenti di e-health nella pratica standard (Wind et al., 2020). La fornitura di assistenza per la salute mentale elettronica tramite telefono, videoconferenza, applicazioni per smartphone, forum online e messaggi di testo contribuirà probabilmente a migliorare il benessere e a alleviare le implicazioni psicologiche della pandemia (Zhou et al., 2020). Questi mezzi di comunicazione si sono dimostrati efficaci in particolare per quanto riguarda la depressione, l'ansia e il disturbo da stress post-traumatico (Zhou et al., 2020). Il nostro Ateneo ha prontamente risposto istituendo il 23 marzo 2020 il Servizio di Counseling Psicologico (S.C.P) che offre a tutta la popolazione universitaria, studenti, personale tecnico-amministrativo e personale docente assistenza psicologica on line gratuita. Il servizio ha effettuato circa 450 colloqui e ha realizzato interventi individuali e di gruppo utilizzando metodiche mente-corpo e strategie per la riduzione dello stress e dell’ansia.  

 

*studentessa del Dipartimento di Studi Umanistici