“STEM in Action” è lo studio realizzato dall’Osservatorio Talents Venture, Unindustria e Camera di Commercio di Roma volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno del gender gap nelle discipline STEM all’interno degli Atenei. STEM - science, technology, engineering and mathematics – è il termine utilizzato per indicare tutte le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi corsi di studio.
L’analisi, volta a comprendere quanto le donne scelgano percorsi di studio e lavoro di tipo scientifico, ha evidenziato un aumento della percentuale di donne iscritte a corsi STEM in Italia.
L’Osservatorio, in un comunicato ufficiale pubblicato a margine dello studio, mette in evidenza che l’aumento della percentuale indicata non è comunque sintomo di un risultato soddisfacente. Nello studio, infatti, si legge che:
“Focalizzando l’attenzione ai percorsi di laurea STEM, emerge un generale trend di crescita delle persone iscritte. La percentuale di ragazze iscritte ai corsi STEM sul totale delle donne iscritte all’università è aumentata, registrando un record (18,4%) nell’anno accademico 2020/2021 tuttavia muovendosi di appena 1,89 punti percentuali in 11 anni. La quota di uomini che ha scelto corsi di laurea STEM è cresciuta più velocemente rispetto a quella delle donne.”
Va in controtendenza, analizzando i dati dei singoli atenei, l’Università di Foggia. Quel che infatti emerge dallo studio applicato all’Ateneo Dauno è che nell'Università di Foggia:
- Sono il 55% le donne sul totale delle iscrizioni (uomini e donne) nell'ambito STEM
- La presenza di ragazze nelle Scienze Naturali è al 72% facendo posizionare l'ateneo al 5° posto su 58 in Italia
- La presenza di ragazze è al 22% nei corsi di Ingegneria arrivando al 51° posto su 62 in Italia.
Quello foggiano è quindi un dato che permette di riflettere sulle scelte e sulle tendenze lavorative di un territorio a forte vocazione agricola e imprenditoriale. Le donne sono qui fortemente impegnate nel campo scientifico, dando una spinta sostanziale alla crescita in termini di ricerca scientifica e imprenditoria agricola.
Lo studio sulla presenza delle donne nei percorsi STEM mette in evidenza dati che risultano importanti sotto numerosi punti di vista. Secondo lo studio pubblicato da Talents Venture, infatti, una laurea in discipline STEM garantirebbe migliori opportunità lavorative e retribuzioni più elevate. Tuttavia, si legge nello studio, che “le donne STEM laureate in magistrale hanno in media un tasso di occupazione ad un anno della laurea di 9,7 punti percentuali inferiore rispetto agli uomini. Per quanto riguarda la retribuzione, invece, le laureate STEM percepiscono in media, il 14,5% in meno degli uomini. Tuttavia, una parte del problema di questo gap potrebbe esser dovuto al fatto che oltre la metà delle donne STEM ricade in realtà all’interno del gruppo di Scienze naturali, Matematica e Statistica che, tra tutte le STEM, è quello che fa registrare le performance occupazionali peggiori”.
Uno studio di ampio respiro, quindi, che permette di comprendere l’andamento del mondo del lavoro e degli studi nel nostro paese, sensibilizzando non poco sui temi del gender gap anche a livello di retribuzione. Molto c’è ancora da fare per una parità necessaria al mondo accademico e al mondo del lavoro per una sostanziale crescita del paese.