L'emergenza sanitaria e le conseguenti disposizioni hanno portato a un drastico cambiamento dello stile di vita di ognuno. Anche chi era abituato a una vita meno sedentaria è stato costretto a rivedere i propri ritmi per via delle lunghe ore passate in casa e lavorando da remoto. L'inattività fisica può avere conseguenze dannose, ma ci sono alcuni modi per non smettere di stare in forma anche in questo difficile periodo. Ne abbiamo parlato con il prof. Dario Colella, docente di Metodi e Didattiche delle Attività Motorie.
Com'è cambiato il nostro stile di vita a causa della con l’attuale pandemia?
La pandemia ha modificato e condizionato le nostre abitudini quotidiane relativamente alla pratica di attività fisiche e sportive. La maggiore evidenza è la riduzione della quantità e delle opportunità di attività fisiche abituali. E ciò non solo per chi era abituale frequentatore di palestre o centri fitness. Le persone di diverse età, bambini, giovani, adulti, anziani, hanno dovuto rinunciare o ridurre drasticamente l’attività fisica (in diversi contesti, scuola, associazioni sportive, tempo libero) e in tal modo si sono ridotti in modo significativo gli effetti preventivi e protettivi dell’esercizio fisico su varie patologie.
In particolare gli obesi, i diabetici, i malati oncologici e i cardiopatici hanno risentito e continuano a risentire di tali restrizioni con pericolose ricadute sulle condizioni di salute.
Fortunatamente si è potuto svolgere attività all’aperto e ciò ha permesso, fuori dai periodi di lockdown restrittivo, di poter dedicarsi a lunghe passeggiate o corse in zone consentite quali parchi, piste pedonabili e ciclabili. Sono aumentate, rispetto al passato, le attività motorie proposte in modalità telematica, svolte autonomamente o guidate da esperti laureati in scienze motorie.
Quali sono le conseguenze che questo periodo di inattività fisica forzata ha comportato e comporta ancora?
Innanzitutto bisogna rivolgere la nostra attenzione a persone con disfunzioni dell’apparato muscolo-scheletrico, ai malati oncologici alle persone con varie disabilità psico-fisiche. L’interruzione della pratica motoria, quotidiana o periodica. È, inoltre, opportuno non dimenticare i bambini e i giovani che a causa della sospensione delle attività di educazione fisica scolastica e dell’attività sportiva hanno dovuto interrompere, per lunghi periodi, la pratica motoria che offre significative e ineludibili opportunità per promuovere apprendimenti e sviluppare relazioni sociali. Ulteriore conseguenza della mancanza di attività fisica è stato ed è l’aumento delle disuguaglianze sociali che hanno accentuato la povertà educativa. In tale direzione sono urgentissime le misure per la promozione della salute attraverso il gioco e le attività motorie.
Le attuali raccomandazioni dell’OMS sull’attività da svolgere per mantenersi in salute, incluse quelle riportate nell’aggiornamento delle linee guida statunitensi, suggeriscono, per i bambini e i giovani, almeno un’ora al giorno di intensità da moderata a intensa, svolta anche in varie porzioni di 10-15 minuti durante la giornata ed almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata. Sono vivamente raccomandate brevi pause durante la giornata o interruzioni di attività sedentarie ogni trenta minuti. Le linee guida, a differenza di quelle precedenti, forniscono indicazioni anche metodologiche e organizzative che oggi non possono essere tradotte in abitudini.
Quali cambiamenti ha comportato e comporta questo periodo di inattività fisica a livello organico-metabolico?
Durante la pandemia sono aumentati i periodi di sedentarietà, tra i principali fattori di rischio per obesità e malattie croniche non trasmissibili, tra cui diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, tumore del seno e del colon. Sono in corso di svolgimento vari studi in diversi Paesi e da diverse istituzioni, non solo universitarie, per valutare gli effetti della sedentarietà prolungata nelle diverse età, bisogni speciali e condizioni sociali. Risultati preliminari evidenziano e confermano un aumento del sovrappeso in tutte le età e un aumento dei disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico causate dall’assunzione di posture scorrette per lunghi periodi e quotidianamente. Inoltre, la mancanza o la drastica riduzione di relazioni sociali hanno accentuato lo sviluppo di modalità altre di comunicazione con effetti da valutare nel medio e lungo termine.
Quali suggerimenti si possono dare per combattere l'inattività fisica dettata dalla pandemia?
Aumentare la quantità di tempo da dedicare alle attività all’aperto, recarsi all’ufficio a piedi, usare le scale, utilizzare le piste di walking e le piste ciclabili quotidianamente, controllando sistematicamente la quantità di attività svolta con un contapassi. In casa, interrompere frequentemente le attività sedentarie con esercizi di allungamento muscolare (anche supervisionati da esperti laureati in scienze motorie) e di variazione delle posture. Seguire programmi on line di attività fisica da adattare a spazi e bisogni.
Per i bambini e i giovani è necessario riorganizzare le abitudini familiari, preferendo lo svolgimento di attività motoria, in sicurezza, nei parchi attrezzati o in spazi verdi.
*studente di Scienze delle Attività Motorie e Sportive