Alessandro Nigro Imperiale, classe '91, si è laureato all'Università di Foggia in Viticoltura ed Enologia, con una tesi sugli aspetti critici delle fermentazioni spontanee nella produzione di vini naturali con uve provenienti da regime biodinamico. Dopo la laurea si è abilitato come enologo a Bordeaux.
Oggi è membro dell'AIS Puglia e lo scorso 12 novembre è stato premiato come Miglior Sommelier d'Italia Premio Trentodoc. Un riconoscimento che fa onore alla sua carriera e all'Università di Foggia, in cui è cresciuto e ha sviluppato la sua passione. Per Unifgmag lo abbiamo intervistato, facendoci raccontare i dettagli del suo percorso e di questo importantissimo traguardo.
- Raggiungere un riconoscimento così importante comporta tanti sacrifici e sicuramente un percorso intenso. Ce lo racconti?
Laurea in Viticoltura ed Enolgia presso l’Università di Foggia ed un Erasmus a Bordeaux presso l’Institut de Sciences de la Vigne ed du Vin. Diploma Sommelier AIS parallelamente, poi degustatore Ufficiale AIS. Diversi stages di vinificazione in Italia ed in Francia. Collaborazioni come assistente enologo anche in Sud Africa ed ancora in Francia. Poi la scelta di lavorare come Sommelier Professionista nel 2018 e la partenza per la Francia.
Non dimenticherò mai che il giorno della discussione della tesi di laurea, a dicembre 2017, ho ricevuto da parte del Professor Lopriore la proposta di partire come assistente enologo a Stellenbosch. Non ho esitato ad accettare perchè volevo andare oltre i confini europei. Ci sono rimasto 4 mesi perché gli stessi proprietari, poi, mi hanno proposto di andare nella loro filiale francese, il Languedoc-Roussillon per altri 6 mesi. Nel 2018 la mia compagna Rita ed io decidiamo di trasferirci definitivamente nella “Ville Lumiere”, ed io vengo assunto come Sommelier nel mio primo ristorante stellato, La Dame de Pic*, della Cheffe più stellata di Francia Anne Sophie-Pic. Dopo 6 mesi divento Assistant Head Sommelier nella stessa struttura e, dopo ancora 6 mesi, arriva la chiamata di Gabriele del Carlo, Miglior Sommelier d’Italia 2011 AIS, che mi ha voluto al suo fianco per il ristorante stellato mediterraneo Le George*, nel leggendario Hotel Four Seasons George V di Parigi. Ci sono stato 3 anni, poi il trasferimento nello stesso gruppo canadese sulla French Riviera.
Da febbraio 2022 sono Head Sommelier per il Four Seasons Grand Hotel du Cap Ferrat, un resort di lusso in Costa Azzurra. Con l’aiuto della mia equipe gestisco 6 carte dei vini: Ristorante stellato Le Cap*, Bistro chic mediterraneo La Veranda, Ristorante bordo piscina Club Dauphin, Bar, room service ed eventi tipo matrimoni o buy-out.
Soddisfatto mai, ma sono davvero felice perché posso esprimere la mia visione del vino con prodotti che seguono la filosofia dello Chef molto legata a prodotti locali e del Mar Mediterraneo, e quindi i vini Italiani trovano completamente il loro spazio.
- Come e quando è nata la tua passione per il vino e per questo mondo?
Ho iniziato alla Trattoria Mò, nella mia città natale a Foggia, all’età di 18 anni, per aver qualche soldo in più in tasca. La passione per il vino è venuta grazie alle relazioni con il pubblico, con i clienti, e dai miei titolari. Vendevo bottiglie di vino ma non ne sapevo davvero molto, quindi mi sono iscritto all'Università di foggia, al Corso di Viticoltura ed Enologia del Dipartimento di Scienze Agrarie e parallelamente ai corsi di sommellerie AIS.
- Per diventare miglior sommelier bisogna affrontare una competizione complessa e ferrata. Come è stata quella che hai dovuto affrontare tu? Come ci si arriva e, soprattutto, come si fa a vincere?
Un concorso molto difficile vero. Il più difficile chiaramente a livello nazionale. Ci son voluti tre anni di studio intenso per raggiungere questo traguardo. Penso che sia l’ambizione più alta per ogni sommelier che svolge questo lavoro con passione e dedizione. Il riconoscimento massimo! Prove di degustazione alla cieca, comunicazione, servizio, decantazione, domande sul beverage a 360 gradi quali distillati, cocktails, birre, caffe, the, acque. Non ci sono davvero limiti.
- Quali sono i tuoi obiettivi e sogni futuri?
Ne ho tanti, ma se dovessi aprire questo cassetto e cercare in fondo, mi piacerebbe produrre un mio vino in terra in Puglia, la mia regione. Ma prima voglio continuare a crescere nall’ambito della gastronomia e nell’hospitality di lusso, continuare a conoscere produttori del mondo ed assaggiare i loro vini, continuare e scambiare opinioni con i colleghi sommeliers internazionali. Continuare a viaggiare e sognare...
- Cosa consiglieresti ai tanti ragazzi che, come te, coltivano un sogno o che sono ancora alla ricerca della strada giusta per loro?
Prima cosa, consiglio di coltivare un sogno! Questo permette di fissarsi un obiettivo a lungo termine, che deve essere spezzettato in obiettivi di più corta durata, ed ancora più piccoli. Come gli esami all’università che portano al conseguimento della laurea. Per quanto riguarda la scelta giusta del percorso nessuno può saperlo a parte voi stessi, e se non lo sapete ancora, non vi preoccupate, non è grave. Lavorate facendo quello che vi piace, ma con impegno, dedizione, fatica, sacrifici, e non mollate mai. I risultati e le ricompense arrivano quando meno ve lo aspettate.