Tre giornate di intenso dibattito internazionale, un confronto costruttivo sulla situazione sociopolitica dell’Europa contemporanea e sulla crisi dei suoi valori fondanti, con un focus specifico sul tormentato rapporto dell’individuo europeo con la propria tradizione culturale. Questi i contenuti generali trattati nel corso del Convegno Internazionale conclusosi lo scorso 30 Settembre a Paderborn (Germania), intitolato “Narrative des Humanismus in der Weimarer Republik und imExil: zur Aktualität einer kulturpolitischen Herausforderung für Europa (Forme narrative dell’Humanismus nella Repubblica di Weimar e durante l’esilio: sull’attualità di una sfida politico-culturale per l’Europa)”.
Tra gli obiettivi principali del Convegno, oltre al rafforzamento dei rapporti accademici fra le tre Università protagoniste (Foggia-Paderborn-Verona), una riflessione sugli ultimi sviluppi della cultura europea, attraverso l’analisi di alcune significative espressioni letterarie del XX secolo.
La Germania del primo Novecento, teatro di profondi sconvolgimenti a cavallo tra le due Guerre mondiali, ha prodotto un’ampia letteratura che ancora oggi offre interessanti spunti di ricerca e di confronto con le problematiche attuali. La rovinosa caduta della Repubblica di Weimar, gli effetti terribili della Grande Depressione e l’ascesa del nazionalsocialismo di Hitler hanno dato luogo nel secolo scorso ad una profonda crisi degli ideali, inducendo scrittori e scrittrici ad un’azione di recupero di valori considerati perduti o affievoliti, riconducibili ad un Humanismus che non si limita a essere tradotto come“umanesimo”, nell’accezione storica del termine, ma anche come “umanismo” e “umanità”. In che modo le autrici e gli autori della fragile Weimar hanno inteso l’Humanismus? Quali i progetti di “risveglio cultural-politico” immaginati dagli e dalle intellettuali in fuga dal regime totalitario nazista?
Ecco alcuni dei quesiti che hanno guidato la conferenza, attraverso la disamina di ambiti autoriali e letterari che ancora molto hanno da esplorare e approfondire, passando per la saggistica di Ernst Robert Curtius, con il suo Humanismus “iniziatico” e “rivoluzionario”, e di Werner Jaeger, promotore di un ben delineato programma “antropoplastico”, considerando il ruolo preminente svolto da Thomas Mann nel delineare problematicamente un nuovo e diverso Humanismus, i ritratti umanistici delle biografie di Stefan Zweig o Heinrich Mann, e giungendo infine alla letteratura esule di Joseph Roth, costretto a emigrare per le sue origini ebraiche, e di Erika Mann, autrice ironica e irriverente che evase non solo dai pericolosi confini del Terzo Reich, ma anche da alcuni dei rigidi canoni imposti al genere femminile nella prima metà del ‘900. Ad ogni sessione di interventi è seguita poi una approfondita fase di Diskussion, un momento in cui i relatori hanno potuto interagire attivamente fra loro, confrontarsi su nuovi possibili ambiti di ricerca e proporre originali termini di paragone fra passato e presente, dal momento che l’Europa odierna si trova ad affrontare importanti crisi, tra cui quella sanitaria del Coronavirus, con tutte le sue ripercussioni socio-culturali. In questo contesto, quale ruolo hanno i valori collettivi dell’humanitas, la solidarietà, il senso d’appartenenza ad una società civile e l’empatia reciproca? Può l’Humanismus rappresentare un efficace antidoto contro le derive nazionalistiche e la pericolosa retorica dell’esclusione che si stanno diffondendo nel panorama politico globale? La ricerca di risposte concrete a tali domande rientra fra le sfide culturali delle giovani generazioni dell’Europa contemporanea.
Ad intervenire nel corso dei lavori, insieme ai quattro organizzatori dell’evento (Claudia Öhlschläger, professoressa di Letterature comparate a Paderborn; Arturo Larcati, professore di Letteratura tedesca a Verona e direttore dello Stefan Zweig Zentrum di Salisburgo; Lucia Perrone Capano, professoressa di Letteratura tedesca a Foggia; Isolde Schiffermüller, professoressa di Letteratura tedesca a Verona) e al Prof. Gregor Streim dell’Università di Jena, ordinario di Letteratura tedesca, autore di un importante volume su ‘Humanismus’ in der Krise. Debatten und Diskurse zwischen Weimarer Republik und geteiltem Deutschland, sono stati invitati anche giovani ricercatori, dottori di ricerca e studenti provenienti dagli Atenei partecipanti, nel nome di una proficua collaborazione e di un vicendevole arricchimento tra diverse generazioni di studiosi.
L’iniziativa, nata dagli sforzi congiunti delle Università di Paderborn, Verona e Foggia ed interamente finanziata dall’ente governativo tedesco DAAD (Ente nazionale tedesco per lo scambio accademico), si inserisce in un ampio quadro di rapporti ben consolidati fra il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unifg e l’Institut für Germanistik und Vergleichende Literaturwissenschaft (Istituto di Germanistica e Letterature comparate) dell’Università di Paderborn, con il quale l’Ateneo pugliese intrattiene dal 2018 un accordo Erasmus per gli scambi internazionali.
Paderborn è una città situata nel nord-ovest della Germania (Renania Settentrionale-Vestfalia) e possiede una storia secolare, testimoniata dagli imponenti monumenti che costellano il centro, il quale si presenta dinamico e popolato da giovani, grazie anche all’esistenza di un attivissimo polo universitario fortemente impegnato nel campo della ricerca e dell’internazionalizzazione. Nel corso dell’anno accademico 2020/21, Unifg ha potuto vantare ben 20 accordi Erasmus stipulati con sedi tedesche e austriache, con le quali si intrattengono vantaggiosi rapporti di scambio internazionale, a conferma dell’impegno che Unifg investe nella partnership con le università straniere. Solamente nel corso dell’anno accademico 2020/21 sono state assegnate dall’Università di Foggia circa 200 borse di mobilità internazionale, offrendo a molti studenti la possibilità di ampliare i propri orizzonti di crescita personale e professionale.