“Università: per un Paese a prova di futuro”: l’evento sulle riforme strutturali per la ripartenza

La CRUI chiama a raccolta ministri, esperti e istituzioni sul PNRR

Evento CRUI
Redazione

Roma, 12 novembre - Una riflessione sul ruolo e sul contributo dell’Università alla ripresa socio-economica. Competenza, tecnologia e capitale umano sono i tre elementi imprescindibili dai quali partire per affrontare la stagione di riforme alle porte, che si tratti di digitale o di green, che si affrontino le tematiche legate al mondo del lavoro o alle grandi misure pensate per la riorganizzazione della pubblica amministrazione, della giustizia o della sanità. L’Università - fonte di conoscenza, luogo della ricerca, origine della futura classe dirigente - deve tornare al centro del dibattito pubblico, fattore abilitante per attuare cambiamenti trasversali. Sarebbe limitante relegare il suo ruolo alla sola Missione 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e rappresenterebbe un grave errore non cogliere un’opportunità unica, quella di confronto aperto con le forze politiche ed economiche per tracciare insieme l’immagine di un Paese moderno. Un Paese che mette la conoscenza al centro delle proprie leve di crescita. Questo è chiamata a fare l’Italia sfruttando un’occasione eccezionale come quella presentata dal Next Generation Eu. Un messaggio chiaro e un appello da parte del sistema accademico, unito come raramente accade, attraverso la voce degli oltre 80 rettori che fanno parte della CRUI.

“Questo è il messaggio chiave di un incontro d’eccezione tra il sistema universitario e i grandi attori della società civile: non pensiamo all’università per l’università. Non limitiamoci a riforme fatte su misura, sebben utili, come quelle indicate nel Position Paper presentato oggi. Non riduciamo il ruolo dell’università alla sola Missione 4 del PNRR. Sarebbe un errore ragionare per compartimenti stagni - ha affermato il Presidente della CRUI e Rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta -. Al contrario, l’Italia ha una straordinaria occasione: quella di mettere la conoscenza al centro delle sue politiche di crescita, così come accade in ogni economia avanzata. Tre i fattori abilitanti delle riforme che il Paese si aspetta: conoscenza, tecnologia e capitale umano. Fattori che rendono l’università un grande abilitatore e un interlocutore d’eccezione per tracciare il futuro dell’Italia dal 2026 in poi.”

L’incontro “Università: per un Paese a prova di futuro” è partito da un’analisi lucida sullo stato delle Università italiane nella post pandemia e sul ruolo da assumere nella nuova normalità per animare un confronto tra ospiti accademici, istituzionali e dell’impresa, invitati dal Presidente e Rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta. Dopo l’apertura del Presidente, di Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l'Economia, e di Carlo Bonomi, Presidente Confindustria, sono intervenuti alla tavola rotonda moderata da Bruno Vespa: Mara Carfagna, Ministra per il Sud e la Coesione territoriale; Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale; Cristina Messa, Ministra dell’Università e della Ricerca; Maria Chiara Carrozza, Presidentessa del CNR; Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo; Luciano Floridi, Professor of Philosophy and Ethics of Information Oxford, e Giovanni Brugnoli, Vice Presidente di Confindustria per il Capitale umano.

Durante la pandemia, le Università hanno dimostrato di essere in grado di affrontare situazioni di crisi: si sono organizzate gestendo l’emergenza con determinazione e avendo ben chiari gli obiettivi da raggiungere per favorire la ripresa.

Oggi, la comunità accademica non può e non vuole rinunciare al suo ruolo propositivo e si pone in prima linea nel definire le priorità di un sistema che va riformato in termini concreti ed effettivi. CRUI ha perciò redatto un position paper in cui vengono tracciate otto direttrici utili a modernizzare la formazione, a valorizzare la ricerca e a migliorare la gestione degli Atenei per far fronte alle nuove esigenze della società e del mondo del lavoro.

La rinascita economica, che passa anche attraverso l’Università, richiederà un partenariato con le imprese e il Governo del Paese, e sinergia per progettare le misure necessarie a fronteggiare nuove sfide verso le quali l’Università potrà avere un ruolo centrale. Per rendere possibile tutto ciò, nell’agenda delle riforme dovrà essere prioritaria la promozione di un insieme di interventi di semplificazione e modernizzazione che consentiranno il riordino del sistema universitario, rendendolo più dinamico e capace di adattarsi alle mutate condizioni della società e ai nuovi obiettivi che le saranno affidati.

Ad un mese di distanza dalla pubblicazione del Manifesto su Ricerca e Innovazione per il futuro dell'Europa, l'iniziativa è stata in grado di suscitare l'attenzione dei media e un ampio sostegno delle parti interessate, ben oltre i primi promotori. I sostenitori attualmente includono più di 90 organizzazioni, che rappresentano bene il complesso panorama della ricerca e dell'innovazione a livello europeo. Iniziata la scorsa primavera e giunta alla sua fase conclusiva e decisiva, la Conferenza sul Futuro dell'Europa sta lavorando ormai da mesi al fine di porre la Ricerca e l'Innovazione al centro del dibattito sulle future sfide e priorità dell'UE. Tra gli obiettivi sentiti come più stringenti, vi è anche quello di rendere l'evento nuovamente pubblico, mettendo in evidenza la vasta rete di organizzazioni che aderiscono all'iniziativa e consegnando il Manifesto e l'elenco aggiornato dei suoi sostenitori alla prossima Conferenza plenaria.