Il benessere psicofisico dei lavoratori è essenziale per il buon funzionamento di ogni azienda. In una università però è ancora più importante perché il nostro successo dipende prevalentemente dal fattore umano, cioè dalle competenze, dalla determinazione e dalla creatività del personale e dei docenti. Negli ultimi anni questa consapevolezza è andata crescendo in tutto il mondo, ponendo sempre maggiore a porre attenzione a concetti quali lo “stress lavoro-correlato” e il “tecnostress”. Si tratta di specifiche condizioni di possibile disagio psicologico che possono riguardare qualsiasi lavoratore, denotando modalità diverse di rischio non solo per la salute del singolo, ma per l’intera comunità cui appartiene.
Lo stress lavoro-correlato è stato definito dall'Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (European Agency for Safety and Health at Work) “quella condizione esperita nel momento in cui le richieste provenienti dal contesto lavorativo eccedono le capacità dell'individuo nel fronteggiare tali richieste". Carichi eccessivi, sia emotivo-relazionali sia dovuti a elevata, scarsa o inadeguata produttività, possono colpire in maniera patologica un lavoratore. Le conseguenze di questo tipo di stress portano, inevitabilmente, come sottolineato da Christina Maslach e Michael P. Leiter – studiosi che si sono occupati tra le altre cose della sindrome del “burn-out” – a tre tipologie di conseguenze:
- deterioramento dell'impegno nei confronti del lavoro;
- deterioramento delle emozioni originariamente associate al lavoro;
- inadeguato adattamento tra persona e lavoro.
Il burn-out – letteralmente “bruciato” – quindi la totale incapacità di portare avanti un impegno lavorativo può essere la conseguenza di uno stato di stress incontrollato.
Il tecnostress, invece, è la condizione di eccessivo stress derivante da un uso continuativo dei dispositivi mobili e di connessione in rete che porta, anche involontariamente, ad un continuo sviluppo del lavoro anche dopo gli orari previsti. Quel che alcuni studi hanno sottolineato a questo proposito negli ultimi anni è che, quindi, “l'uso della tecnologia dell'informazione (TIC) crea uno squilibrio tra le richieste e le risorse di controllo degli utenti, superando la possibilità di essere in grado di autogestire i fattori di stress.”
Elemento importante e che porta a porre ancor maggiore attenzione a questi effetti negativi della pratica lavorativa è indubbiamente la pandemia da Covid-19. La pressione psicologica derivante dall’emergenza sanitaria aggiunta ai lati negativi dello smart working, adottato dalla maggior parte delle aziende e dei luoghi di lavoro per limitare il contagio, ha in molti casi peggiorato e aumentato i casi di stress lavoro-correlato e di tecnostress.
Proprio per questo l’Università di Foggia, in linea con il costante lavoro di monitoraggio del benessere dell’ambiente lavorativo, ha deciso di porre in essere azioni ulteriori in tutela degli appartenenti alla sua comunità. Partendo dalla necessità di affrontare il problema dello stress lavoro-correlato, nella consapevolezza di poter in questo modo non solo migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, ma anche di giungere a maggiore efficienza nell’organizzazione, con conseguenti benefici economici e sociali.
Unifg da alcuni mesi ha attivato un gruppo lavoro con il compito di supportare il Rettore, in quanto datore di lavoro, al fine di aggiornare e integrare il Documento di Valutazione dei Rischi per le diverse strutture con l’attuale organizzazione di cui al nuovo Regolamento di Ateneo per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il DVR attuale naturalmente già considera i rischi da stress lavoro-correlato, ma l’obiettivo è di fare un passo avanti significativo, analizzando puntualmente lo stato della condizione di stress della nostra organizzazione programmando interventi nell’arco dei prossimi tre anni per un miglioramento continuo.
Il gruppo di lavoro, composto dal Prorettore Vicario con delega al Personale Prof. Agostino Sevi, il Responsabile del Servizio Prevenzione Protezione Ing. Ciro Fiore, il Medico Competente Prof. Roberto Zefferino e la Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Dott.ssa Maria Carmela Pedicillo, nonché la Dott.ssa Giusi Toto, psicologa in possesso di specifiche competenze in materia con funzioni di supporto, avrà quindi il compito di individuare e valutare problemi di stress lavoro-correlato per poi procedere, nel rispetto delle normative e delle disposizioni, con interventi di carattere tecnico, organizzativo, procedurale, comunicativo e formativo. Le azioni saranno in linea con la metodologia definita appositamente dall’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione Contro gli Infortuni sul Lavoro).
A seguito di questa scelta e a dimostrazione dell’importanza data da Unifg alla questione, è già in programma un seminario dal titolo “Promozione del benessere e prevenzione dello stress lavoro-correlato”. L’incontro, che avverrà in modalità telematica sulla piattaforma e-learning di Ateneo e in diretta Facebook, è previsto per giovedì 22 aprile alle ore 14.00.
A moderare i lavori sarà proprio il Rettore dell’Università di Foggia, il prof. Pierpaolo Limone. L’evento, pensato per introdurre l’argomento e coinvolgere l’intera comunità accademica nelle azioni che da questo momento verranno messe in atto, vedrà la partecipazione di esperti del settore e importanti ospiti. Interverranno, infatti:
-Prof. Maurizio Sibilio - Prorettore Università di Salerno
-Prof. Fabio Lucidi - Preside Facoltà di Medicina e Psicologia - Sapienza Università di
Roma
- Prof. Luigi D’Alonzo – Presidente SIPES – Università Cattolica di Milano
-Prof. Mauro Cozzolino - Direttore Osservatorio sulla promozione del benessere -
Università di Salerno
-Prof. Roberto Zefferino - Medico competente - Università di Foggia
-Prof.ssa Daniela Dato - Delegato rettorale all'orientamento - Università di Foggia
-Dott.ssa Elisabetta Dallavalle - Founder di ELEHUB e Welfare Manager.
Il seminario si presenta come importante occasione per introdurre lo studio scientifico di questi temi alla comunità accademica, ma sarà anche da stimolo per chiunque desideri avviare un percorso psicologico con gli esperti Unifg per affrontare un’eventuale pericolosa situazione di stress. La consapevolezza che lavorare possa significare anche sentirsi al sicuro, fisicamente e psicologicamente, è un primo decisivo passo per rendere migliori sé stessi e far crescere l’università nel modo giusto.