Il benessere a Unifg L'editoriale del Rettore

Con il Covid abbiamo scoperto che non c'è nulla di meno scontato del benessere e della salute. Unifg sta lavorando per fare in modo che tutti i processi lavorativi siano accompagnati da un benessere di ritorno 

Pierpaolo Limone
Pierpaolo Limone

Fino a ieri pensavamo che benessere significasse una bella casa, un discreto lavoro, ottime relazioni sociali e viaggi entusiasmanti. Da questo sogno collettivo ci ha svegliato il Covid ricordandoci che non c’è nulla di meno scontato del benessere e della salute, nulla di più precario e pericoloso dello stare insieme. A casa e sul lavoro. Su quest’ultimo aspetto – e in attesa che la pandemia allenti la sua morsa – Unifg sta lavorando per migliorare l’organizzazione e fare in modo che tutti i processi lavorativi siano accompagnati da un benessere di ritorno; benefit, incentivi, formazione, ottimizzazione dello smart working assistenza e promozione della salute, counseling e nuovi spazi-ristoro all’interno dei Dipartimenti. Il processo collettivo, qui sintetizzato in otto punti-chiave, è solo l’inizio di un percorso a più tappe che intende porre in primo piano quanti lavorano all’Università in modo tale da consentire di potenziare quello stato di armonia in cui possono svilupparsi relazioni positive con l’ambiente circostante. Il nuovo corso del benessere targato unifg andrà di pari passo con la ricerca scientifica: il costituendo corso di Scienze e tecniche psicologiche, infatti, sarà ulteriore forza propulsiva per far interagire ricerca, salute, scienza e benessere.

È bene sottolineare che le discipline scientifiche, siano esse mediche, giuridiche, economiche o letterarie, non sono chiamate rispettivamente a dare il proprio contributo per combattere le malattie, fare osservare le leggi, monitorare processi economici o dare nuova voce alla modernità. È necessario promuovere concretamente la qualità della vita, essere al passo con la società che cambia e migliorare le relazioni umane e sociali per far sì che il benessere sia un diritto di tutti. Diceva bene il sanissimo Zeno nel romanzo La coscienza di Zeno, approdato alla psicanalisi per correggere – vizio del fumo a parte – ‘solo’ la sua idea distorta (rispetto ai più) di felicità. “La malattia è una convinzione ed io nacqui con quella convinzione”. Fortunatamente con lo stesso convincimento dirà poi di “correre dietro alla salute”. E noi insieme a lui.