Ricordare Gianni Cipriani è per me arduo: le parole non sono in grado di rappresentare l’amico e il collega dall’eccellente cifra umana e dagli indubbi meriti scientifici.
È difficile parlare di un amico, che si frequenta da quarant’anni: un amico con cui si sono condivisi progetti, iniziative, percorsi; un amico sentito telefonicamente qualche ora prima della sua repentina scomparsa, improvvisa e amara da accettare.
Gianni è stato un intellettuale a tutto tondo, innamorato della cultura classica, che tanto ha contaminato di sé le letterature e le arti: un intellettuale non rinchiuso in una turris eburnea, come spesso capita, ma contraddistinto dalla responsabilità sociale di produrre e diffondere conoscenza e cultura.
Con le indubbie doti di fine latinista e di rigoroso filologo, doti unanimemente riconosciute a lui che sapeva precorrere i tempi, Gianni, con intelligente curiosità e versatilità, ha saputo coniugare non comuni qualità di innovatore e sperimentatore di nuovi linguaggi, grazie a un approccio nuovo ai testi antichi, esaminati nella loro fortuna nelle età successive, una fortuna letteraria, musicale, iconografica, teatrale e cinematografica, cogliendone le forme di sopravvivenza e di persistenza nel nostro mondo.
Uno studioso eccelso, generoso, instancabile, ostinatamente attento ai suoi studenti, a cui ha dedicato in modo totalizzante la sua vita di professore: un professore lungimirante, curioso e avido di conoscenza, ironico, arguto, entusiasta; un maestro, che faceva risuonare nell’aula i suoi amatissimi classici, con tutta la piacevolezza del suo eloquio.
Già Professore Ordinario dell’Università di Bari dal 1990 e già Direttore dell’allora Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Gianni si trasferì nella nostra Università, credendo fortemente e coraggiosamente in un progetto culturale per cui fu disposto a mettersi in gioco in prima persona, convinto di poter trasformare in realtà un sogno.
Fin dall’inizio, Gianni comprese che la nascita dell’Università di Foggia, dove oggi era Professore Emerito, e la creazione della Facoltà di Lettere, di cui è stato prima promotore, insieme con pochi colleghi, poi Preside, rappresentassero una leva fondamentale da un punto di vista non solo scientifico e culturale, ma anche economico e sociale. Gianni ha saputo valorizzare al massimo la funzione sociale dell’Università, in un contesto caratterizzato non solo da un significativo ritardo economico, ma purtroppo anche da un’indubbia carenza della cultura della legalità.
Gianni ha amato profondamente il suo Ateneo e Foggia: qui, brillante è stata anche la sua esperienza di Assessore alla Cultura, ruolo assolto attraverso la promozione di una pluralità di iniziative culturali, animate dal suo entusiasmo e dalla sua fantasia creativa, così come gli è stato riconosciuto ufficialmente, nel novembre del 2018, con il conferimento della cittadinanza onoraria.
Gianni è stato l’amico, con il quale confrontarmi nel periodo del mio Rettorato, quando mi ha affiancato, senza lesinare mai le sue preziose energie, quale Pro-Rettore con delega alle Politiche Culturali, interpretando il suo ruolo con acume e intelligenza critica, con proposte risolutive e idee efficaci e di successo. Ricordo, tra queste, la sua originale intuizione in merito a un evento - poi sviluppatosi in tutto il territorio nazionale - promosso dalla Confindustria Puglia e dagli Atenei della Regione e riservato alle imprese più competitive e innovative: fu lui a pensare al sintagma Industria Felix per quell’evento!
In rappresentanza mia e dell’Università, con un linguaggio immediato e culturalmente raffinato, a testimonianza della sua versatile cultura, Gianni, latinista, riuscì a conquistare il Comitato Scientifico e a suscitare l’interesse del mondo imprenditoriale, spiegando che l’espressione Industria Felix avrebbe costituito «il riconoscimento più giusto e più grato all’inventiva, alla determinazione di chiunque abbia inteso mettere a disposizione la propria capacità di “costruire” un’attività (tale il senso del sostantivo astratto latino industria, derivante dal verbo struere, preceduto dal prefisso in-), dandole non solo quello sviluppo spaziale, che la fa crescere progressivamente all’interno della sfera dei propri interessi e di quelli della società alla quale il cittadino industrius appartiene, ma anche quel generoso nutrimento che la renda capace di dar frutti copiosi e redditizi (tale il significato dell’aggettivo felix) in termini di benessere sociale e di progresso economico». Non a caso, a lui, quest’anno, sarà dedicata l’edizione del premio Industria Felix.
Esuberante ed entusiasta e nel contempo sensibile e rispettoso, Gianni aveva la capacità di tessere rapporti: con gli amati studenti, sui quali riversava tutta la sua preoccupazione culturale, con gli amici e i colleghi che hanno potuto vivere la sua battuta sapida e il calore della sua amicizia, colleghi dell’Università e della scuola, così com’era fortemente convinto del fondamentale apporto riveniente dalla collaborazione reciproca e senza barriere tra scuola e università, tra didattica e ricerca(lui che, nell’a.a. 1990-1991, aveva istituito la prima cattedra di Didattica del Latino in Puglia), con le sue collaboratrici, dalle più giovani leve alle colleghe Antonella, Tiziana, Francesca e Grazia Maria, destinata ad assumere il suo testimone, per la stima e la fiducia incondizionata che lui riponeva nei suoi confronti.
Carissimo Gianni, riposa in pace: il tuo ricordo vivrà con noi!
*Già Rettore dell'Università di Foggia e docente di Diritto del Lavoro