Il mare Adriatico non è solo una riserva di biodiversità: è anche un laboratorio a cielo aperto per studiare come rendere più sostenibile l’economia. È questo l’obiettivo del progetto europeo BIOBASED, che il 31 ottobre approda all’Università di Foggia con il suo secondo Networking Event. L’iniziativa, parte del programma Interreg Italia–Croazia 2021–2027, punta a mostrare come la ricerca possa ridurre sprechi e inquinamento aprendo la strada a una nuova economia blu, sostenibile e circolare.
Alghe e residui della lavorazione del pesce vengono spesso trattati come rifiuti. BIOBASED, invece, li considera materie prime da valorizzare attraverso processi di bioraffineria verde. Queste tecnologie consentono di ottenere ingredienti per cosmetici naturali, integratori alimentari, fertilizzanti e altri prodotti innovativi. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale del settore ittico e, al tempo stesso, generare nuove opportunità economiche per le comunità costiere dell’Adriatico.
La cosiddetta bioeconomia blu rappresenta un cambio di prospettiva: un modello in cui ogni scarto trova una seconda vita, contribuendo a ridurre il consumo di risorse e a stimolare la ricerca di soluzioni tecnologiche a basso impatto.
La tappa italiana del progetto si terrà presso il Dipartimento DAFNE dell’Università di Foggia, sede dello STAR*Facility Centre, polo di eccellenza per la ricerca applicata. L’incontro “Alghe e sottoprodotti: da scarto a risorsa” riunirà ricercatori, imprenditori e rappresentanti istituzionali per discutere di innovazione e sostenibilità. Tra i relatori figurano esperti come Matteo Francavilla (Università di Foggia), Fabio Consonni (Consonni Bioalghe), Maria B. Forleo (Università del Molise) e Valerio De Luca (start-up BeadRoots), insieme a rappresentanti del Parco Nazionale del Gargano e della Regione Puglia.
L’obiettivo non è solo scientifico ma anche territoriale: creare una rete stabile di collaborazione tra università, imprese e amministrazioni per promuovere uno sviluppo economico che rispetti gli ecosistemi marini e le risorse naturali.
Il progetto BIOBASED ha già fatto tappa a Dubrovnik, dove si è discusso di acquacoltura multitrofica integrata, una pratica che combina la coltivazione di pesci, molluschi e alghe per ridurre gli sprechi e migliorare la qualità dell’ambiente marino. Con l’incontro di Foggia, il focus si sposta sulla trasformazione dei sottoprodotti, passo essenziale per chiudere il cerchio della produzione sostenibile.
Nel contesto della crisi climatica e dell’esigenza di ridurre l’impronta ecologica, iniziative come BIOBASED offrono una via concreta verso un futuro più equilibrato. L’Adriatico può così diventare non solo un confine naturale tra Paesi, ma un laboratorio di innovazione dove ricerca, economia e ambiente collaborano per costruire un modello di crescita che non lascia nulla al caso, nemmeno gli scarti.