Giugno è il mese del Pride, manifestazione pubblica che si propone ogni anno di celebrare l’orgoglio LGBTQ+ attraverso parate e iniziative in molti Stati del mondo per la difesa dei diritti delle persone omosessuali. Dal 1978 il simbolo di questo movimento è la bandiera arcobaleno, sventolata per la prima volta durante il Gay Pride a San Francisco, e da quel momento i suoi colori hanno rappresentato i diversi orientamenti della sessualità.
Ma da dove nasce e perché lo si celebra proprio nel mese di giugno?
Nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 la polizia prese d’assalto lo Stonewall Inn, uno dei bar gay più famosi di New York, e non si aspettava che una folla inferocita, accusata di indecenza per il solo orientamento sessuale, si ribellasse creando una vera e propria guerriglia: era comune, infatti, che la polizia facesse incursioni e ‘retate’ nei bar gay, picchiando e talvolta arrestando i frequentanti con qualsiasi pretesto. Basti pensare che fino a qualche anno prima era proibito servire alcolici ai gay e che fino a quegli anni l’omosessualità era ancora considerata un reato. Il giorno seguente la manifestazione di protesta si estese fino ad includere un migliaio di persone sotto le grida dello slogan: “Say it clear, say it loud. Gay is good, gay is proud” (Dillo in modo chiaro, e urlalo. Essere gay è giusto, essere gay è motivo d’orgoglio).
Esattamente un anno dopo furono organizzati i primi movimenti di rivendicazione della libertà e dei diritti della comunità LGBTQ+ in diverse città. Il 28 giugno 1970 i gruppi attivisti organizzarono a New York il primo Gay Pride, inizialmente chiamato “Christopher Street Liberation Day”, per commemorare i moti di Stonewall.A partire da quell’anno, le marce sono diventate un appuntamento fisso in numerose città del mondo, assumendo un carattere sia festoso che di denuncia politica e sociale e nel 2019 la parata di New York è risultata essere la più numerosa di sempre, con 5 milioni di partecipanti nella sola Manhattan.
Molti progressi sono stati fatti da quei primi moti di Stonewall del ‘69, ma la strada verso l’inclusività e la libertà di espressione è ancora lunga. Ne è prova il fatto che solo dal 17 maggio del 1990 l'omosessualità non è più riconosciuta come malattia mentale dall'Oms, mentre fino al 19 giugno del 2018 la transessualità era ancora considerata un disturbo psichico.
Dopo la cancellazione di numerosi eventi nel 2020 a causa della pandemia, quest’anno ripartono le manifestazioni in presenza della comunità LGBTQ+ in numerose piazze d’Italia. Inoltre, il prossimo 27 giugno si terrà una parata mondiale in streaming della durata di 24 ore, partendo dal sud-est asiatico per poi spostarsi verso il resto del mondo: una vera e propria onda arcobaleno per la difesa dei diritti umani universali.