Facciamo rumore»: Foggia unita contro la violenza di genere
Facciamo rumore
Rossana Muscio

Ieri, 25 novembre 2025, le strade di Foggia si sono animate di un corteo che ha dato voce — reale e simbolica — a chi troppo spesso è costretto al silenzio. Hanno sfilato circa 300 persone, molte giovani, studenti e studentesse dell’Università, insieme a cittadini comuni, associazioni, rappresentanti delle istituzioni, familiari di vittime di violenza. 
La marcia, battezzata con il nome evocativo Facciamo rumore, è partita alle 9:30 davanti al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università (via Arpi), per poi attraversare vie e piazze centrali — Via Duomo, Corso Garibaldi, Piazza Cavour, Piazza Italia (ex Caserma Miale) — toccando alcuni dei luoghi più vivi e simbolici della città. 
Ad ogni passo, un segnale: il rosso del foulard distribuito ai partecipanti, colore che — nella mobilitazione — ha assunto il peso del coraggio, del rispetto e della determinazione collettiva. Non si trattava solo di numeri o di simboli: la marcia ha accolto testimonianze dolorose, come quelle di familiari di vittime di femminicidio. Tra questi, la testimonianza toccante di un padre — che ha perso sua figlia a causa della violenza — che ha denunciato l’inerzia della politica e delle
istituzioni: «nulla o poco è cambiato», ha detto. 
Dall’altra parte, le istituzioni presenti — a partire dall’Università, il Comune e la Provincia — hanno ribadito che la violenza contro le donne non è una questione privata, ma un problema sociale che riguarda «tutto il tessuto comunitario». Come ha sottolineato il rettore, la non-violenza non si insegna, si costruisce insieme. 
La manifestazione non si limita a un gesto simbolico. Alle autorità e agli organizzatori interessa che “fare rumore” significhi davvero impegnarsi: per rompere il silenzio, per offrire visibilità ai centri antiviolenza, per garantire supporto reale alle vittime. Nel corso della giornata, sono stati distribuiti foulard rossi, vetrofanie con numeri utili dei centri antiviolenza da affiggere nelle attività commerciali, a ribadire che la protezione e l’aiuto sono vicini. 
Inoltre, la marcia è parte del più ampio programma di iniziative cittadine denominato Foggia rompe il silenzio, promosso da Comune, Provincia, Università e associazioni, che vede momenti di sensibilizzazione, educazione e impegno sociale per i mesi a venire. 
Vedere studenti, cittadinanza, famiglie, istituzioni — fianco a fianco — attraversare la città con un’unica voce: questo è stato l’obiettivo della marcia. Una comunità che sceglie di non girarsi dall’altra parte, che decide di essere visibile, che si prende la responsabilità di riconoscere la dignità di ogni persona.
E se davvero vogliamo che quel “rumore” conti — non solo per un giorno — è necessario trasformarlo in impegno quotidiano: educazione al rispetto, ascolto, prevenzione, solidarietà. Anche nell’Università, nei suoi spazi e nei suoi corridoi, per far sì che le relazioni si costruiscano sul rispetto e sulla consapevolezza.