Il prof. Gaetano Serviddio è direttore del dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche e docente ordinario di Medicina Interna.
- Se pensa al futuro come vede l’Università di Foggia?
UNIFG ormai è maggiorenne ed ha un indirizzo preciso e definito: innovazione, dinamismo e soprattutto capacità di interpretare il presente sviluppando una visione di futuro che coincide con l’oggi. Diversamente dovremmo leggere il boom di iscrizioni non come un trend consolidato ma come una casualità. E invece, cresciamo perché sappiamo fare didattica, siamo competitivi nella ricerca e soprattutto lavoriamo senza autocompiacimenti. Del resto il mestiere dei ricercatori è formulare bene le domande per trovare le risposte migliori.
Penso che il futuro sia il nostro presente continuato non un futuro anteriore.
- Quali sono le parole chiave delle sue linee programmatiche? Su cosa è davvero necessario puntare?
Ho scelto di presentarmi alla Comunità con una “mappa concettuale” e non con un Programma per essere chiaro nelle proposte ed altrettanto chiaro nella possibilità di integrarle, migliorarle ed arricchirle. Credo molto nel valore delle contaminazioni e nelle potenzialità di decisioni e scelte prese in un’ottica multicanale, cioè combinando esigenze, sentimenti, aspettative e, ovviamente, obiettivi.
Ritengo quindi che la prima parola chiave sia città universitaria: una prospettiva concreta dopo l’acquisizione della Miale, da cui partire per dare credibilità e slancio a un territorio che deve accogliere e valorizzarsi grazie alla connessione virtuosa tra istituzioni, attori sociali e portatori d’interessi.
La seconda parola chiave è open education, che si spiega e commenta da sola, anche perché individua uno scenario che intercetta e offre soluzioni anche a problemi come la marginalità, la povertà educativa, la legalità. Open education, quindi, come complessivo indirizzo di governance.
La terza parola chiave è amministrazione smart per promuovere il benessere come prassi quotidiana, con l’intenzione di raggiungere traguardi senza lasciare nessuno indietro.
- Quale sarà la Sua prima azione in caso di elezione?
E’ retorico elencare ciò che farò se verrò eletto. E’ più onesto dichiarare cosa non farò, più che altro perché permette a chi legge di capire meglio chi io sia e come ragiono.
Non nominerò delegati che non abbiano competenze e curricula adeguati alle funzioni che devono svolgere. I delegati di un Rettore sono, innanzitutto, gli amministrativi con cui deve collaborare ogni giorno.
In particolare, manterrò io stesso la delega al personale per consentire di svolgere, in prima persona, la ricognizione dei fabbisogni e delle criticità del personale amministrativo.
Intendo condividere gli obiettivi di crescita prima di definire le strategie da intraprendere.
In ultimo dobbiamo accelerare sulle procedure concorsuali del personale e completarle nel più breve tempo possibile.