Giursprudenza e cultura pop: un'intervista ai prof. Ligustro e Ruotolo

Un approfondimento sul tema in occasione del convegno previsto al Dipartimento di Giurisprudenza

pop culture
Francesca Romana Cicolella

"La rappresentazione delle tradizioni giuridiche nella pop culture. Narrazione e percezione del giuridico tra immagini statiche e immagini dinamiche." è il titolo dell'evento che si svolgerà il 23 e 24 giugno al Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Foggia. Un convegno unico e diverso, organizzato con l'Associazione di Diritto Pubblico Comparato ed Europeo e la Fondazione dei Monti Uniti, che mette in luce la narrazione della giurisprudenza e tutto ciò che ad essa è legato. La cultura pop è infatti fortemente legata ai temi giuridici, di questi parla e ne approfondisce i più svariati aspetti.

A raccontare quanto fitto sia l'intreccio da Giurisprudenza e cultura pop ci hanno pensato, in un'intervista per Unifgmag, il prof. Aldo Ligustro e il prof. Gianpaolo Maria Ruotolo, docenti di Diritto Internazionale dell'Università di Foggia e promotori del convegno. 

Come e quando nasce l’idea di fornire un approfondimento del rapporto tra le tradizioni giuridiche e la cultura pop?

Ruotolo: Quello di ricomporre ad unità due miei interessi personali – il diritto e i fumetti – è un sogno che, egoisticamente, coltivavo da tempo: da alcune conversazioni con Colleghi che sono anche amici (in particolare il Prof. Martinico dell’Istituto Sant’Anna di Pisa, che come me si occupa da tempo di questi temi) è venuta fuori l’idea di organizzare un incontro sul rapporto tra diritto e cultura pop in senso più ampio (e quindi non solo fumetti, ma anche serie tv e cinema commerciale). 
Durante la pandemia, da remoto, con Sant’Anna Legal Studies (STALS) ne abbiamo organizzato uno, con quattro relatori, ed è stato molto stimolante e divertente. A quel punto, dal momento che UniFg quest’anno avrebbe ospitato l’assemblea annuale dei soci dell’Associazione di diritto pubblico comparato ed europeo, con il Prof. Ligustro, che è componente del Direttivo dell’Associazione, abbiamo pensato che potesse essere interessante coinvolgere su questi temi un numero ancora maggiore di Colleghi, con un evento più  sostanzioso: l’idea è piaciuta e, quindi, abbiamo lanciato una call for papers che ha visto la partecipazione e l’interesse di moltissimi studiosi da tutt’Italia e non solo, e il gioco è stato fatto. 

Ligustro: Il collega Ruotolo ha già raccontato del suo antico interesse per questi temi, che, tra l’altro, diversi anni fu da stimolo per accogliere presso il nostro Dipartimento di giurisprudenza una mostra itinerante sulla figura del giudice nei fumetti organizzata dal magistrato di Catania Francesco Lentano, che adesso relazionerà sul tema in questo convegno. Di qui l’idea di approfittare della riunione dell’Assemblea annuale dell’Associazione di Diritto pubblico comparato ed europeo a Foggia, di cui il nostro dipartimento conta diversi componenti, appartenenti ad aree giuridiche differenti, per legare l’incontro ad un momento di riflessione su un tema apparentemente leggero, ma di non secondaria importanza. Una scelta dettata anche dall’esigenza di allentare un po’ la tensione dopo mesi passati ad affrontare i gravi problemi della guerra in Ucraina, della crisi energetica e delle emergenze ambientali.

Quanti aspetti del fenomeno giuridico possono diventare più comprensibili e noti anche ai non addetti ai lavori tramite una narrazione diversa dal solito?

Ligustro: Le varie forme espressive della pop culture possono fornire strumenti preziosi per svolgere la cosiddetta “terza missione” (che ormai da qualche anno costituisce, accanto alla formazione degli studenti e alla ricerca, un preciso compito istituzionale dell’Università), consistente, appunto, nella divulgazione “sociale” del sapere scientifico presso un pubblico ampio, anche di non addetti ai lavori. Va ricordato, ad esempio, come molte istituzioni pubbliche, nazionali e internazionali, ricorrano a strumenti del genere per stimolare presso i cittadini l’interesse e la conoscenza sulla loro attività e su specifichi problemi da affrontare. Molto si è adoperata ad esempio in questo senso l’Unione europea, attraverso fumetti e cartoni animati volti ad avvicinare la gente alle sue istituzioni, che ci è capitato anche personalmente di contribuire a diffondere e illustrare, specie nelle scuole.

Ruotolo: I giuristi possono sfruttare la cultura pop in molti modi: per motivi didattici, spiegando il diritto attraverso elementi familiari per chi ascolta e che possono essere utili per illustrare meccanismi complessi, anche redigendo in forma di comic book un manuale o spiegando un fenomeno con un cortometraggio (ad esempio “Bound by Law? Tales from the Public Domain” è un volume edito nel 2008 dalla Duke University Press che, attraverso mostri e viaggi nel tempo, spiega ai suoi lettori alcune difficili questioni relative ai diritti di proprietà intellettuale), o per rendere più fruibili, da parte di coloro che non possono comprenderne appieno la portata, alcuni strumenti di regolazione, come accade nel caso dell’uso dei “contratti a fumetti” utilizzati in alcuni Paesi in via di sviluppo, per renderli meglio comprensibili a soggetti privi di specifiche competenze. 
Ma soprattutto, secondo me, il modo in cui il fenomeno giuridico e i suoi operatori (professori universitari, studenti di giurisprudenza, avvocati, magistrati, forze dell’ordine) sono narrati nei contesti pop, che sono ad enorme circolazione, può essere molto utile per comprendere il modo in cui essi sono percepiti dai non addetti ai lavori, cioè dalla stragrande maggioranza delle persone.  

Quanto nelle narrazioni più comuni, oggi, è presente il diritto e come è trattato?

Ruotolo: Il fenomeno giuridico è parte dell’esperienza quotidiana di tutti noi e, quindi, è molto spesso presente nelle narrazioni pop, o come elemento collaterale, per costruire o giustificare elementi della trama (e questo avviene con riguardo a molti settori, dal diritto penale a quello di famiglia, al diritto internazionale, che è quello che mi interessa di più), o addirittura come elemento fondante delle storie, come accade nelle c.d. legal series. 
Il modo in cui esso è trattato varia molto; si passa da meri accenni e grandi semplificazioni, a storie e sceneggiature che sono molto fedeli a meccanismi giuridici reali, dipende molto. Grande attenzione, poi, è data alle figure degli operatori giuridici, che spesso sono protagonisti o antagonisti di rilievo.

Ligustro: Rispetto a questa domanda, penso che a ognuno di noi il pensiero corra istintivamente alle tante serie televisive, straniere e italiane, che sempre di più mettono al centro commissari, ispettori delle forze dell’ordine, magistrati, patologi, detective privati, figure diverse ma tutte impegnate a sconfiggere il crimine e a lottare per la giustizia, in grado di suscitare una positiva identificazione collettiva. Personalmente non sono uno specialista di questi temi, ma ebbi a leggere, ormai alcuni decenni fa, un interessante saggio in cui si sottolineava la scarsa diffusione in Italia del genere del “giallo” di “marca italiana”, a fronte del successo degli autori americani, inglesi e francesi. La spiegazione proposta era che in un Paese “anarchico” come il nostro, caratterizzato da generale diffidenza verso l’autorità pubblica e da una sensazione di impotenza contro la mafia, la criminalità organizzata e la corruzione, fosse difficile identificarsi con l’autorità costituita e con i tutori dell’ordine pubblico, e che ci fosse spazio solo per autori che confermavano drammaticamente questa visione pessimistica, come il Leonardo Sciascia di Il giorno della civetta o Toto modo. La situazione intanto è radicalmente mutata. Abbiamo vissuto un profondo cambiamento culturale, forse per merito di figure come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che hanno finalmente consentito di far scattare quel meccanismo di identificazione collettiva prima impossibile. A questa sua domanda sono comunque chiamati a risposte in modo più articolato e profondo i numerosi specialisti invitati al convegno.

Come la narrazione pop può influire sulla formazione di una coscienza della giustizia?

Ligustro: Se è basata su modelli positivi, la cultura pop, in tutte le sue forme espressive, può contribuire alla promozione della cultura della legalità e del senso della giustizia soprattutto tra i giovani e i giovanissimi, che ne sono probabilmente i maggiori fruitori (prova ne sia, ad esempio, a livello locale, l’ennesimo successo ottenuto dal Festival del Nerd, di cui si è appena svolta qui a Foggia la VI edizione). Questa funzione di formazione della cultura della legalità è ancora più importante in un territorio come il nostro, martoriato dalla criminalità organizzata e dalla carenza di senso civico. A tal proposito mi preme sottolineare l’impegno da sempre profuso in tal senso dalla Fondazione dei Monti Uniti, spesso in collaborazione con l’Università, di cui è partner anche nell’organizzazione di questo convegno. Fra le tante attività svolte, voglio ricordare il particolare successo di una iniziativa basata proprio su strumenti tipici della cultura pop, ovvero la  realizzazione della graphic novel dal titolo Francesco Marcone. Un uomo onesto, dedicata al funzionario dell’Agenzia delle entrate di Foggia ucciso circa trent’anni fa dalla criminalità, con illustrazioni di Giuseppe Guida (per inciso, direttore artistico dell’ultima edizione del Festival del Nerd) e testi di Ilaria Ferramosca, da anni impegnata in tuta Italia con le sue opere a favore della legalità. Ebbene alla figura di Francesco Marcone la Fondazione ha dedicato altre iniziative, come il premio a lui intitolato per tesi di laurea e di dottorato relative allo studio della criminalità organizzata in Capitanata. Ma il “veicolo” della graphic novel ha consentito di avvicinare più facilmente numerosissimi studenti di tante scuole di Foggia e provincia, e anche del Salento, con la formula delle letture collettive e del successivo dibattito, e, altresì, le visite di una bella mostra allestita con le illustrazioni del volume presso la Biblioteca Magna Capitana.  

Come si svolgerà l’evento che avete organizzato sul tema e chi interverrà? 

Ruotolo: Con l’hashtag #UniFgLawGoesPop il 23 e il 24 giugno il Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Foggia ospiterà l’Assemblea e il Convegno nazionale dell’associazione degli studiosi di diritto pubblico comparato ed europeo (DPCE) che quest’anno ha come tema “La rappresentazione delle tradizioni giuridiche nella pop culture”.
Oltre 40 studiosi da tutt’Italia e oltre discuteranno del modo in cui il diritto è narrato, letto, interpretato, digerito e rimesso in circolazione in fumetti, cinema, serie tv. 
Da Batman a StarWars, da ZeroCalcare a Spiderman, passando per i manga e Better Call Saul…

Ligustro: A parte quanto già detto dal collega Gianpaolo Ruotolo, sottolineo che, accanto alla diretta in rete del convegno, pensiamo anche alla diffusione dei sui risultati, nella forma … meno pop, più “tradizionale”, della pubblicazione dei relativi Atti. 
 

L'evento, aperto a tutti, si configura quindi come un interessante e ampio spazio di confronto non solo per i giuristi. La cultura della legalità e della giustizia, nelle sue forme narrative, è indubbiamente al centro della nostra quotidianità. Gli ospiti presenti approfondiranno ogni aspetto e l'Unifg diventerà teatro di discussioni indubbiamente importanti.

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