Maria Chiara Giannetta, classe ’92 e attrice di successo. Foggiana di nascita e orgogliosa delle sue origini, è diventata volto noto grazie alle serie tv Don Matteo e Blanca, che l’ha vista protagonista. A febbraio del 2022 ha calcato il palco del Festival di Sanremo in qualità di co-conduttrice. Accanto ad Amadeus ha saputo coinvolgere il pubblico, dando prova di essere all’altezza di palchi importanti, confermandosi tra le giovani promesse attoriali del nostro tempo.
In una chiacchierata con Unifgmag Giannetta si è raccontata, parlando di sé e del legame con la sua terra. Le passioni e la voglia di non smettere mai di coltivarle sono alla base di una carriera di successo. “La percezione di adesso è che sono rimasta sempre coerente in qualche modo.” Ha detto l’attrice tornando a quando è nata la sua passione e pensando a come sia arrivata ad oggi.
“Maria Chiara era una bambina che ha iniziato a divertirsi a Sant’Agata di Puglia d’estate, preparando musical in playback. Mi sono sempre divertita, ho sempre affrontato questa cosa come un hobby. Anche quando, tornata a Foggia, mia madre ci ha chiesto di fare un’attività pomeridiana e io ho scelto il teatro. Poi quando cominciava a diventare non più quattro ore a settimana ma 3/10 ore al giorno, perchè cominci a stare in biglietteria, vedere le altre lezioni e entrare in compagnia, capisci che questo hobby diventa il centro della tua vita, la mia vita stava diventando quello. Coinvolgevo spesso i miei genitori e loro lo vedevano più di me che c’era qualcosa nei miei occhi, una felicità che mi dava questa cosa. Quindi quando ho detto che avrei voluto provare ad entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma loro mi hanno accompagnato, erano felicissimi. È stato un percorso bello perchè anche quando sono entrata al Centro stavo solo studiando, queste accademie tendono a farti credere che entri e sei arrivato in qualche modo invece non è così. Ma anche quando prendi i primi lavori non sei arrivato. Questa è un po’ la mentalità che non mi ha fatto mai sedere sui piccoli risultati ottenuti. Io ora sono contentissima ma credo di essere all’1% del percorso che vorrei, però ho imparato a non andare di corsa.
Se non ti soffermi sulle cose non le fai bene.”
Ma qual è stato il momento in cui hai capito che questa grande passione poteva davvero essere il tuo lavoro?
“Con l’arrivo di Buongiorno Mamma, di Blanca e ora, dopo Sanremo, sto avendo tante richieste di lavoro molto belle e ne sono contenta, quindi forse adesso. Dagli ultimi due anni posso dire che faccio, anzi sono un’attrice.”
Il legame con la terra d’origine e l’importanza di andarne fieri emerge forte nelle parole di Maria Chiara Giannetta. Parlando di Foggia e del rapporto con la sua città, infatti, non esita a raccontare emozionata “Ieri mi ha chiamata Renzo Arbore. Ha chiesto il mio numero a Nino Frassica solo per complimentarsi con me da foggiano, è stato bellissimo!”
L’attrice, infatti, ha portato origini e dialetto pugliese anche sul palco del Festival di Sanremo, insegnando in diretta ad Amadeus un detto foggiano. “È stata una mia idea”, ha detto. Ma quanto è importante fare qualcosa che riscatti la figura di questa città e dei suoi cittadini? A cosa può servire? “Secondo me ognuno deve essere orgoglioso delle proprie origini e soprattutto esserlo quotidianamente. Nel nostro lavoro, quando vai in accademia ma anche prima studiando dizione, fai un percorso volto ad allontanarti dalle tue origini. Poi le ricerchi perchè fai un percorso di riassestamento di te stesso quando vai fuori. Foggia purtroppo è legata e ricondotta a stereotipi, basta pensare al solito “fuggi da Foggia”, ma dopo un po’, se smetti di nasconderti dietro il concetto di città che potrebbe dare di più, nessuno potrà più “sfotterti”. Prendere l’atteggiamento foggiano, in senso positivo, ti permette di acquisire quel tipo di confidenza e verità di cui credo la gente abbia bisogno. Andare su quel palco facendo quella cosa ti fa stare con le persone, non ti metti sul piedistallo, cerchi un contatto diretto e un linguaggio comune e quindi credo che sì, questo possa portare bene ai foggiani.”
“Io mi chiedo se posso fare di più come figura pubblica, faccio difficoltà ad espormi troppo e spero sempre che il mio lavoro basti in qualche modo.” Sottolinea Maria Chiara, pensando al ruolo che lei, come altri colleghi e professionisti foggiani, possono avere. “Perchè il lavoro dell’attore serve anche a dare input di pensiero, io non sono un’influencer, non mi espongo fino alle viscere, spero di poter mandare i miei messaggi, i miei input di pensiero, i miei ideali. Io vorrei che la gente si soffermasse sulle cose che noi facciamo e pensi e provi emozioni di qualche genere.”
Metterci del proprio, puntare sulle proprie passioni e i propri sogni può e deve essere alla base di ogni scelta. Anche quando le si chiede di dire qualcosa agli studenti che stanno affrontando una scelta universitaria, Giannetta dice: “Studiare sempre è l’unica cosa che consiglio a tutti per non trovarsi dopo a compensare lacune. Sicuramente è importante affrontare lo studio senza ansia di andare o rimanere o del dopo, ma farlo in un’Università buona e Foggia indubbiamente lo è. L’Unifg è un faro del nostro territorio e non ha nulla da invidiare alle università più grandi, è una delle migliori. Poi l’investimento sul futuro si fa anche dopo, perchè studiare non è un arrivo, è una tappa che fa parte del percorso del prima.”
Ma cosa manca, allora, a Foggia per spiccare ed essere al livello di altre realtà? Cosa può fare un giovane per fare carriera anche senza andare via?
“Dipende purtroppo molto dalle istituzioni e dall’orientamento politico che supporta una città: finanziamenti, investimenti. Però in questi ultimi anni ho notato che c’è una volontà di rimanere in qualche modo e cercare di investire su Foggia. Ho visto che hanno aperto anche locali nuovi. Ho amici stretti a cui io stessa ho detto tante volte di venire a Roma ma hanno una volontà di rimanere a Foggia e fare delle cose diverse, di fare quel movimento che è molto importante per questa città. È però importante che si investa tanto sul teatro e sulla cultura.”
I ragazzi, le nuove generazioni, sono in buona sostanza il futuro della nostra terra. Da loro si può e deve ripartire, in ogni campo. Anche parlando dei progetti futuri e dei desideri ancora da realizzare, Giannetta non nega che tra i suoi desideri ci sia “fare delle opere prime perchè i registi giovani sono tanti e cercano di barcamenarsi tra finanziamenti e progetti e spero tanto ci sia per loro un investimento serio.” Tra gli obiettivi anche quello di lavorare con grandi registi come Paolo Sorrentino o, con il sogno di puntare in alto, Paul Thomas Enderson e di condividere le scene con promesse della recitazione come Francesca Mazzoleni.
Pensando poi a quanto ancora ogni aspetto della letteratura e del teatro abbia da raccontare, viene naturale chiedersi se esista un personaggio classico che possa dirci qualcosa anche oggi. L’attrice foggiana ci riporta a Shakespeare, confessando di aver sempre voluto interpretare Lady Anna.
“Sono sempre stata innamorata di Lady Anna del Riccardo III, anche se ha due scene in tutta l’opera. La scena che la rappresenta è molto attuale. Questa ragazza molto giovane viene soggiogata da un uomo arrivista e cattivo che le dice di aver ucciso il marito perché la ama, che è una falsità assurda. Ma lei, presa dall’amore mancato e dal lutto per la scomparsa del marito e del padre, decide di affidarsi a questo amore malato che poi porterà tutti alla morte. Secondo me è un personaggio molto attuale e penso che, in modo contemporaneo, andrebbe riscritta la sua storia. Shakespeare la rappresenta come una ragazza molto debole e fragile da cui bisognerebbe imparare che non si può dipendere dall’amore come da una persona, ma essere sempre un po’ più forti.”