Si chiama Marianna D’Alessio, è una docente di scuola primaria, si è formata all’Università di Foggia e oggi è protagonista dell’innovazione didattica. La prof.ssa D’Alessio si è classificata tra i dieci finalisti del prestigioso premio Tullio De Mauro, il cui obiettivo è raccontare e premiare i progetti che illustrino il ruolo strategico che può avere la tecnologia per la didattica e lo sviluppo sostenibile.
“Ho presentato al premio Tullio De Mauro un lavoro sull’inclusione che avevo svolto con una classe della scuola primaria relativamente alla creazione di avatar digitali, ho condiviso questo lavoro con il prof. Pierpaolo Limone, di cui ho seguito il corso di psicopedagogia dei media digitali. Quella è stata la prima volta in cui ho avuto la possibilità di pensare alle nuove tecnologie come qualcosa che potesse fare la differenza a livello didattica.” Ha raccontato la prof.ssa ripercorrendo la sua storia per Unifgmag.
Marianna D’Alessio si è infatti laureata in Scienze della Formazione e della Progettazione Educativa all’Università di Foggia , proseguendo il suo percorso in Unifg anche con la laurea magistrale. Ha poi lasciato Foggia e la provincia per confrontarsi con altre realtà e non smettere mai di studiare e confrontarsi con i mondi della formazione che oggi l’hanno portata all’insegnamento e alla candidatura al Premio De Mauro.
Il progetto che l’ha portata a gareggiare per l’importante riconoscimento, non a caso intitolato all’importante studioso che ha guidato la Fondazione Mondo Digitale, si chiama “DAD e inclusione”.
“Ci tenevo particolarmente a ringraziare l’Università di Foggia e quello che in me da qui è nato. Grazie agli insegnamenti della prof.ssa Loiodice, che per prima mi ha dato l’imprinting, e poi del prof. Limone ho cominciato a guardare con occhio pedagogico le nuove tecnologie. Ricevuti questi importanti input ho deciso di approfondire gli studi e di arrivare, poi, a scegliere questa come metodologia didattica fissa. Oramai in classe sono pochissime le cose che faccio senza sfruttare i mezzi tecnologici. Ci tenevo, quindi, a restituire alla mia terra questo riconoscimento.”
Lo studio e l’idea della prof.ssa D’Alessio sono stati anche raccontati dal Centro Studi Erickson, in un articolo che spiega bene cosa la docente abbia fatto nella sua classe e quali importanti risultati abbia raggiunto.
“Ogni ragazzo ha creato un proprio avatar” – ha spiegato la prof. – “Poi insieme abbiamo creato i fumetti con i quali farli interagire. L’inclusione è diventata protagonista del lavoro non solo perché al centro dei dialoghi del fumetto, ma anche perché questo lavoro ha permesso anche agli studenti con problematiche di sentirsi realmente parte attiva di un processo educativo.”
La classe della prof.ssa D’Alessio, infatti, ha lavorato in piccoli gruppi che hanno permesso agli studenti di collaborare e unirsi realmente. I cambiamenti che l’insegnante ha notato in classe, utilizzando questo approccio e le nuove tecnologie, sono infatti importanti e sostanziali.
“L’approccio degli studenti con questo tipo di didattica è totalmente diverso. Così l’apprendimento è attivo, gli alunni si sentono partecipi e questo mantiene dei livelli di attenzione molto alti rispetto alla didattica tradizionale. Questo metodo permette di raggiungere davvero tanti obiettivi.”
Il progetto “DAD e inclusione” diviene quindi fonte di orgoglio anche per l’Università di Foggia, dimostrando l’importanza dell’innovazione didattica e dello scambio che dalle aule universitarie nasce per far crescere il mondo della scuola e della formazione.