Il 22 maggio scorso, presso il Palazzo Ateneo dell’Università di Foggia, è stata presentata la mostra “Paesaggi inimmaginabili”, realizzata nell’ambito delle celebrazioni per il XXV° Anniversario della fondazione dell’Ateneo.
L’iniziativa è stata sostenuta dal Comune di Foggia – Assessorato alla Cultura, dalla BCC di San Giovanni Rotondo e della Fondazione Apulia Felix e si sviluppa in un percorso articolato attraverso tre sedi: il Palazzo Ateneo, l’Auditorium Santa Chiara e il Palazzetto dell’Arte.
Durante la conferenza stampa di presentazione della mostra è intervenuta la Prorettrice Donatella Curtotti, che ha sottolineato il valore simbolico e culturale del progetto, inserito nel più ampio impegno dell’Università di Foggia per promuovere l’interazione con il territorio, e che ha dichiarato che la mostra rappresenta un’opportunità straordinaria per stimolare riflessioni e offrire una nuova lettura dei paesaggi che ci circondano, attraverso la sensibilità e la visione di un artista che sa trasmettere emozioni profonde.
Il prof. Danilo Leone, Delegato rettorale alla Terza Missione, ha evidenziando come la mostra vada ben oltre la dimensione espositiva per proporsi come strumento di dialogo tra arte, accademia e cittadinanza. “La Terza Missione dell’Università – ha spiegato – intende rafforzare i legami con la comunità, costruendo occasioni concrete di scambio culturale. Con Paesaggi inimmaginabili diamo spazio a un artista del nostro Territorio e rendiamo protagonisti i luoghi simbolo della cultura foggiana, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza collettiva e partecipata”.
Un concetto condiviso anche da Alice Amatore, Assessore alla Cultura del Comune di Foggia, che ha sottolineato come la mostra Paesaggi inimmaginabili di Salvatore Lovaglio costituisce un momento significativo per la vita culturale della città di Foggia. Secondo la Amatore l’iniziativa, rappresenta un’occasione preziosa per valorizzare il talento di un'artista il cui percorso espressivo affonda le radici nel nostro Territorio, ma si apre a una dimensione artistica di respiro nazionale. La sua capacità di interpretare il paesaggio attraverso forme e visioni inedite offre al pubblico una riflessione profonda sulla relazione tra uomo, natura e memoria. L’Amministrazione comunale sostiene con convinzione, progettualità come questa, capaci di rafforzare il legame tra istituzioni, cultura e cittadinanza.
Entusiasta della collaborazione istituzionale anche la neo-presidente della Fondazione Apulia Felix, Licia Centola.
A testimonianza dell’impegno del mondo imprenditoriale nella promozione culturale, è intervenuto anche Giuseppe Palladino, Presidente della BCC di San Giovanni Rotondo: “Vogliamo contribuire nella costruzione di un progetto comune, capace di lasciare un segno tangibile nella vita culturale della nostra comunità. La Banca, come l’Università di Foggia, è da sempre sensibile alle espressioni artistiche di questo Territorio, fermamente convinta che le forme d’arte costituiscono quell’enorme patrimonio artistico culturale che è nostro compito saper tutelare e far crescere. La città che vorrei, è una città che attraverso il linguaggio universale dell’arte, si arricchisce di forme nuove di espressione rivendicando e valorizzando spazi e identità”.
Nel presentare il progetto, Massimo Bignardi, già professore di Storia dell'Arte contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni culturali dell’ Università di Siena e curatore della mostra, ha illustrato le scelte artistiche che hanno guidato la selezione delle opere: “Celebrare il paesaggio quale spazio della propria esistenza, rileggere l’universo di immagini, di segni, di materie che hanno segnato l’esperienza artistica di Salvatore Lovaglio, è il fil rouge che tiene insieme i tempi e le opere di questa mostra. L’artista sin dagli anni ottanta, insiste sull’idea di paesaggio/terra, inteso quale luogo dell’esperienza umana, scandita dai tempi delle stagioni oramai scompaginate, con la precarietà che, chi viene dal mondo contadino, conosce bene. Al di là dell’orizzonte ove si perdono le prospettive sbilenche dei paesaggi urbani, bagliori di terrore, nubi grigie e minacciose, arie solfuree di guerre, non lontane: sono i Paesaggi inimmaginabili, nei quali lo sguardo dell’artista lascia l’oggettività della visione per far emergere immagini consegnate dalla memoria. La mente, affermava Graham Sutherland, «è come un serbatoio in cui la memoria che è conoscenza degli eventi e dei pensieri passati si fonde con le impressioni ottiche del presente».
A concludere l’incontro, il Maestro Salvatore Lovaglio, che ha condiviso il significato personale della mostra: “Questo progetto nasce da anni di ricerca e il dialogo con questi spazi lo rende ancora più vivo. Il paesaggio, per me, è sempre stato un luogo dell’anima e spero che queste opere possano aprire varchi di pensiero e immaginazione nel cuore di chi le osserva”.
La mostra "Paesaggi inimmaginabili" resterà aperta al pubblico fino al 20 giugno 2025 con i seguenti orari di apertura al pubblico.
Palazzo Ateneo - Via Gramsci 89
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19
chiusura sabato e domenica
Auditorium Santa Chiara (Piazza Santa Chiara)
dal martedì al sabato dalle 16.30 alle 19.30
domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30
chiusura lunedì
Palazzetto dell'Arte "Andrea Pazienza" Via Galliani 1, a partire dal 4 giugno
dal martedì al sabato dalle 9 alle 13
Martedì e giovedì dalle 16 alle 18
chiusura lunedì
L’ingresso è libero e gratuito.